da Il Sole 24 Ore
È una novità assoluta (per la seconda prova, quella “mista”, altri esempi saranno online la mattina del 28 febbraio); e non sarà l’unica. Dai requisiti di ammissione al colloquio, dai voti alle griglie di valutazione nazionali per la correzione degli scritti, l’esame di Stato 2019 presenta, probabilmente, il più ampio restyling degli ultimi 20 anni.
Rinviando agli approfondimenti nelle pagine seguenti, qui preme ricordare le principali modifiche alla prova finale del percorso di studio secondario superiore.
Partiamo dai requisiti di ammissione. A giugno gli studenti potranno ancora sedersi alla maturità con il 6 in ciascuna disciplina (e la sufficienza in comportamento) e se hanno frequentato almeno i tre quarti del monte ore annuale previsto. Fermo restando che il consiglio di classe (incluso quindi il docente di religione) potrà però ammettere agli esami anche gli alunni con un’insufficienza in una sola disciplina, o gruppo di discipline valutate con un unico voto: in questo caso, servirà «una adeguata motivazione». Non sono più – almeno per quest’anno – necessari per l’accesso alle prove la partecipazione ai test Invalsi e lo svolgimento delle ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro (qui è stato il decreto Milleproroghe a differire al 1° settembre 2019 l’entrata in vigore di questi due ulteriori requisiti).
Le prove scritte scendono da tre a due, italiano e materia d’indirizzo. Non ci sarà più il “quizzone” predisposto da ciascuna commissione. A cambiare è anche la composizione del voto finale. Che rimane espresso in centesimi, ma il credito scolastico (vale a dire il punteggio maturato dal ragazzo nell’ultimo triennio) varrà fino a 40 punti (anziché 25). Chi verrà ammesso con l’insufficienza avrà un credito scolastico più basso.
I restanti 60 punti spettano alla commissione: massimo 20 per ciascuno dei due scritti, e massimo 20 per l’orale, dove troverà, comunque, spazio l’esperienza “on the job”.
Alla prima prova scritta, italiano, i maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. Stop, quindi, al saggio breve e all’articolo di giornale.
La novità principale della seconda prova, in calendario il 20 giugno, è la possibilità di “combinare” più discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi. Per esempio, ci saranno latino e greco al classico, matematica e fisica allo scientifico, scienze umane e diritto ed economia politica per il liceo delle scienze umane, opzione economico sociale, discipline turistiche e aziendali e inglese per l’istituto tecnico per il turismo, solo per fare qualche esempio.
Le commissioni d’esame non subiscono modifiche: presidente esterno, tre membri interni e tre esterni.
Il punteggio minimo per superare l’esame rimane 60. La commissione potrà integrare il voto fino a un massimo di cinque punti, se il candidato ha ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove d’esame di almeno 50 punti. Per la “lode” occorre l’unanimità.